Il 30 gennaio 1965, l’Azienda di soggiorno e turismo, per iniziativa del presidente, prof. Domenico Cavallaro e di alcuni collaboratori, tra i quali il dott. Angelo Raponi e il rag. Montecchi, diede vita al “II Premio teatrale Betti”, che assumeva così cadenza biennale.
Fedele alla prima nel contenuto del bando, la seconda edizione subì lievi ritocchi nella composizione della Giuria: ad Apollonio, presidente, Fabbri, Fiocco, Fratelli, Maltagliati e Pelosi si aggiunse Antonio di Pietro. Il programma prevedeva anche una rappresentazione di un testo bettiano, “L’aiuola bruciata”, messa in scena sabato 28 agosto al teatro Filippo Marchetti dalla compagnia “Tre maschere” di Pina Renzi. Fu un grande successo di pubblico.
Domenica 29 agosto, la città si presentò, per onorare i vincitori, sotto una nuova veste: dalle finestre del palazzo vescovile pendevano pennoni di diverso colore, raffiguranti gli stemmi del comune e della famiglia signorile dei Da Varano, che si ripetevano, alternandosi, secondo una coreografia ben studiata. Sui trentaquattro concorrenti la spuntò Nicola Saponaro con l’opera “La traccia”. Anche questo secondo premio, a giudizio dei più, migliore del primo, mostrò alla nazione che la cultura teatrale italiana aveva raggiunto un ottimo livello e che un premio di teatro può diventare un creatore d’arte.