Il Premio – XIII Edizione (2003)

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Nel corso del 2002 viene ufficializzato il Centro Studi Teatrali e Letterari Ugo Betti, organismo di studio, programmazione, iniziativa ed organizzazione, su incarico e per conto del Comune di Camerino, in ordine al Premio Ugo Betti per la drammaturgia ed alle altre attività di promozione del teatro e delle altre forme di spettacolo nonché di valorizzazione della produzione letteraria.

Sempre nel 2002 si è svolto il “Premio Ugo Betti per i giovani” rivolto alle scuole elementari, medie e superiori della provincia di Macerata, che, a partire da questo anno, si alternerà con il Premio nazionale per la drammaturgia, e viene reso noto il bando della XIII edizione del Premio “Ugo Betti per la drammaturgia”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Per la XIII edizione del 2003, anno in cui ricorre il 50° della morte di Ugo Betti, rimangono confermate le tre sezioni (drammaturgia, studi e ricerca, tesi di laurea) e la pubblicazione dell’opera vincitrice nella collana bettiana, la collezione che il Comune di Camerino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Camerino, ha ideato e dedicato all’illustre drammaturgo camerte. Il numero 1 della collana è proprio il dramma “Frana allo Scalo Nord” di Ugo Betti, presentato ufficialmente nel maggio 2002 in occasione della cerimonia di premiazione del “Premio Ugo Betti per i giovani”, mentre il numero 2 è il lavoro teatrale “Quattro Bombe in Tasca” di Ugo Chiti. La collana bettiana si è poi arricchita del n. 3. rappresentato dal volume “Pesach/Passaggio” di Laura Forti, vincitrice della XII edizione del Premio Ugo Betti per la drammaturgia. Quest’ultimo volume è edito dalla “Bulzoni editore”, casa editrice con la quale il Comune di Camerino ha raggiunto un accordo per la pubblicazione delle opere vincitrici delle prossime edizioni del Premio Ugo Betti per la drammaturgia. Il premio viene quindi presentato nel mese di maggio al Salone del Libro di Torino.

Nel corso dell’anno bettiano il Centro studi ha organizzato, proprio l’8 giugno, data della morte dell’autore, un incontro dal titolo “Essere uomini è questo” con l’autorevole intervento del prof. Emilio Pozzi e la lettura di un brano da “Corruzione al Palazzo di Giustizia” da parte dell’attore Giovanni Moschella.

Nel mese di luglio viene organizzata la rassegna cinematografica “Il cinema e Ugo Betti. Le sceneggiature degli anni Quaranta” a cura di Angelo Olivieri e nel Tempio Ducale dell’Annunziata film introvabili quali: L’Assedio dell’Alcazar (1940), E’ caduta una donna (1941), Bengasi (1942), Un pilota ritorna (1942), Inferno giallo (1942), Corruzione al Palazzo di Giustizia (1975). Viene anche realizzato il volume “Il cinema di Ugo Betti”, le sceneggiature degli anni Quaranta.

18 ottobre 2003 si tiene la cerimonia di premiazione della tredicesima edizione e rimangono le stesse tre sezioni dell’edizione precedente: “Drammaturgia”, “Studi e ricerca” e “Tesi di laurea”. Pervengono alla segreteria del premio 239 testi teatrali, 2 saggi e tesi di laurea per un totale di 244 partecipanti. Per la sezione drammaturgia vince “L’Europa si salva” di Ubaldo Soddu di Roma. Motivazione: Un nonno, incerto tra funzione pedagogica e pulsioni morbose. Lola, sua nipote, inquieta e viziata femme fatale. In più, quattro strani animali – leone, gorilla, lince, struzzo – scappati dallo zoo in cerca di libertà, diretti dall’Africa al cuore dell’Europa, decisi a lottare contro l’egemonia dell’uomo bianco. Questa la partenza suggestiva di L’Europa si salva di Ubaldo Soddu, che la giuria della XIII edizione del Premio Ugo Betti, all’unanimità ha scelto quale testo vincitore. Copione eccentrico, insolito e coraggioso nella misura in cui privilegia l’apologo e la favola surreale-grottesca. I registri leggeri, lo sberleffo continuo, i colpi di scena spiazzanti e vertiginosi nella dialettica tra umano e animalesco, l’impaginazione a cartoon irridente, non tolgono alla commedia una singolare attualità rispetto alle tensioni etnico-religiose, alle minacce apocalittiche e militari, alle esplosioni dei movimenti no global, insomma all’orizzonte precario e conflittuale che incombe oggi sulla quotidianità e sulla vita privata di tutti. Inoltre, il gioco ironico e aereato delle battute, l’ambigua costruzione del personaggio sospeso tra simboli zoomorfi e velleità ideologiche, inscrivono la partitura in un’illustre tradizione drammaturgica nostrana che dalla antica memoria carnevalesca risale alle levità novecentesca di Sergio Tofano e, più recentemente, di Giuliano Scabia. Non mancano pointes che rimandano altresì alla foire antropologica e al versante europeo-orientale. Affidato a una messinscena qualificata quest’opera potrebbe rappresentare un evento nello stagnante panorama del nostro teatro. Premio: Assegno di € 2.600, medaglia del Presidente della Repubblica e pubblicazione dell’opera con la Bulzoni Editore

Nella sezione drammaturgia vengono anche segnale le opere “Bresvoort” e “Il sogno di Pablo”. “Bresvoort” di Leonardo Rizzi di Casamassima (BA) Motivazione: La segnalazione per Bresvoort giunge dopo un’attenta analisi della sua struttura. Bresvoort è un testo solido, dalla coerenza interna e dal ritmo drammaturgico apprezzabili. Si inserisce così nel solco della più interessante scrittura per la scena italiana contemporanea. Il lavoro gode anche del fascino dell’imperfezione, del non finito, della possibilità di un futuro che in ogni momento si presta a essere rimesso in discussione con consapevolezza. Con i suoi due personaggi che interagiscono sullo sfondo della guerra d’Africa, l’uno specchio dell’altro, l’uno ancora, proiezione del sentire altrui, il testo ci invita a giocare con le ombre, con le sensazioni del già vissuto, le nostre compagne quotidiane. Il mare, infine, luogo dell’azione. E’ un elemento i cui segreti l’autore, originario di Bari, dimostra di conoscere bene. In Bresvoort, anche se il mare è evidentemente un altro, ci sono tutte le pagine costitutive del suo Adriatico, questa affascinante lingua d’acqua che guarda a Oriente, verso la dimensione di un Altrove che ci appartiene, che è in ciascuno di noi. Premio: Medaglia bettiana realizzata da Gino Marotta. “Il sogno di Pablo” di Tommaso Santi di Prato. Motivazione Una guerra che forse non esiste, una famiglia devastata al suo interno dalle conseguenze del conflitto, una storia di adulterio destinata a concludersi con l’omicidio e la vendetta. Realtà o incubo del protagonista? Con abile, quanto intrigante, gioco di sovrapposizione tra diversi piani onirici, Il sogno di Pablo intreccia, con solidit� d’impianto drammaturgico, diversi temi e generi. C’è la guerra, senza tempo e senza nome, usata come strumento di controllo sociale, c’è un potere di gusto orwelliano che si serve dei media per plasmare una realtà virtuale, c’è il melò che si consuma tra le mura domestiche e il noir onirico che avvolge tutta la struttura drammatica. Per il sapiente utilizzo di differenti registri e meccanismi drammaturgici, per i dialoghi serrati e di ben ritmata dicibilità scenica e per le atmosfere inquietanti, sempre in bilico tra realtà e finzione, la Giuria del premio Betti edizione 2003 ritiene Il sogno di Pablo meritevole di segnalazione. Premio: Medaglia bettiana realizzata da Gino Marotta.

Tra le opere finaliste ci sono anche i testi “Erotomania” di Eduardo Fiorito di Roma e “Attento alla cioccolata, Callaghan! L’incredibile caso Aulait-von Dent” di Mauro Cattivelli e Paolo Quattrocchi di Roma.

La vincitrice nella sezione tesi di laurea è Greta Balduini di Milano con la tesi “Il teatro di Ugo Betti” discussa all’Università degli studi di Milano Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in lettere Moderne. Il premio per la sezione “studi e ricerca” non viene assegnato.

Il Premio alla carriera viene assegnato all’attrice Giulia Lazzarini alla quale va il trofeo realizzato da Gino Marotta. Motivazione: Il Centro Studi Teatrali e Letterari Ugo Betti ha deliberato all’unanimità di assegnare all’attrice Giulia Lazzarini il Premio Betti alla carriera edizione 2003 per le sue grandi doti di interprete sensibile e particolarmente preparata sul piano culturale e professionale, doti che le hanno consentito nel corso della sua carriera di affrontare con risvolti psicologici moderni sia i grandi classici, sia i testi di importanti autori contemporanei. La signora Lazzarini è stata inoltre raffinata interprete di due produzioni televisive bettiane: Corruzione al Palazzo di Giustizia (Elena) del 1966, Una bella domenica di settembre del 1984.

La giuria è composta: Renzo Tian (presidente) docente universitario, critico teatrale, già commissario straordinario dell’Ente Teatrale Italiano (ETI); Antonio Audino – critico teatrale del “Sole 24 Ore”; Claudia Cannella – direttore responsabile della rivista teatrale “Hystrio”; Pierfrancesco Giannangeli – giornalista e docente a contratto dell’Università di Macerata; Marco De Marinis – docente di storia del teatro e dello spettacolo al Dams di Bologna; Paolo Puppa – docente di storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia e Claudio Vicentini – docente di storia del teatro e dello spettacolo all’Istituto Universitario Orientale di Napoli.

Il 31 ottobre al Teatro “Filippo Marchetti” viene messo in scena “Corruzione al Palazzo di Giustizia” di Ugo Betti elaborazione e regia di Gianni Mantesi con Maurizio Scattorin, Ilaria Salonna, Elio Aldigretti, Antonio Guidi e Giuliano Tomas.

A fine anno viene bandito il Premio artistico-letterario Ugo Betti per i giovani per la scuola elementare, media inferiore, media superiore della Regione Marche.

L’EUROPA SI SALVA
di Ubaldo Soddu  di Roma

Ubaldo Soddu


Motivazione
Un nonno, incerto tra funzione pedagogica e pulsioni morbose. Lola, sua nipote, inquieta e viziata femme fatale. In più, quattro strani animali – leone, gorilla, lince, struzzo – scappati dallo zoo in cerca di libertà, diretti dall’Africa al cuore dell’Europa, decisi a lottare contro l’egemonia dell’uomo bianco. Questa la partenza suggestiva di L’Europa si salva di Ubaldo Soddu, che la giuria della XIII edizione del Premio Ugo Betti, all’unanimità ha scelto quale testo vincitore. Copione eccentrico, insolito e coraggioso nella misura in cui privilegia l’apologo e la favola surreale-grottesca. I registri leggeri, lo sberleffo continuo, i colpi di scena spiazzanti e vertiginosi nella dialettica tra umano e animalesco, l’impaginazione a cartoon irridente, non tolgono alla commedia una singolare attualità rispetto alle tensioni etnico-religiose, alle minacce apocalittiche e militari, alle esplosioni dei movimenti no global, insomma all’orizzonte precario e conflittuale che incombe oggi sulla quotidianità e sulla vita privata di tutti. Inoltre, il gioco ironico e aereato delle battute, l’ambigua costruzione del personaggio sospeso tra simboli zoomorfi e velleità ideologiche, inscrivono la partitura in un’illustre tradizione drammaturgica nostrana che dalla antica memoria carnevalesca risale alle levità novecentesca di Sergio Tofano e, più recentemente, di Giuliano Scabia. Non mancano pointes che rimandano altresì alla foire antropologica e al versante europeo-orientale. Affidato a una messinscena qualificata quest’opera potrebbe rappresentare un evento nello stagnante panorama del nostro teatro.

Premio
Assegno di  € 2.600, medaglia del Presidente della Repubblica e pubblicazione dell’opera con la Bulzoni Editore.

BRESVOORT

di Leonardo Rizzi , di Casamassima (BA)

Motivazione
La segnalazione per Bresvoort giunge dopo un’attenta analisi della sua struttura. Bresvoort è un testo solido, dalla coerenza interna e dal ritmo drammaturgico apprezzabili. Si inserisce così nel solco della più interessante scrittura per la scena italiana contemporanea. Il lavoro gode anche del fascino dell’imperfezione, del non finito, della possibilità di un futuro che in ogni momento si presta a essere rimesso in discussione con consapevolezza. Con i suoi due personaggi che interagiscono sullo sfondo della guerra d’Africa, l’uno specchio dell’altro, l’uno ancora, proiezione del sentire altrui, il testo ci invita a giocare con le ombre, con le sensazioni del già vissuto, le nostre compagne quotidiane. Il mare, infine, luogo dell’azione. E’ un elemento i cui segreti l’autore, originario di Bari, dimostra di conoscere bene. In Bresvoort, anche se il mare è evidentemente un altro, ci sono tutte le pagine costitutive del suo Adriatico, questa affascinante lingua d’acqua che guarda a Oriente, verso la dimensione di un Altrove che ci appartiene, che è in ciascuno di noi.

Premio
Medaglia bettiana realizzata da Gino Marotta.

 

IL SOGNO DI PABLO
di Tommaso Santi , di Prato

Motivazione
Una guerra che forse non esiste, una famiglia devastata al suo interno dalle conseguenze del conflitto, una storia di adulterio destinata a concludersi con l’omicidio e la vendetta. Realtà o incubo del protagonista? Con abile, quanto intrigante, gioco di sovrapposizione tra diversi piani onirici, Il sogno di Pablo intreccia, con solidità d’impianto drammaturgico, diversi temi e generi. C’è la guerra, senza tempo e senza nome, usata come strumento di controllo sociale, c’è un potere di gusto orwelliano che si serve dei media per plasmare una realtà virtuale, c’è il melù che si consuma tra le mura domestiche e il noir onirico che avvolge tutta la struttura drammatica. Per il sapiente utilizzo di differenti registri e meccanismi drammaturgici, per i dialoghi serrati e di ben ritmata dicibilità scenica e per le atmosfere inquietanti, sempre in bilicotra realtà e finzione, la Giuria del premio Betti edizione 2003 ritiene Il sogno di Pablo meritevole di segnalazione.

Premio
Medaglia bettiana realizzata da Gino Marotta.

EROTOMANIA
di Eduardo Fiorito , di Roma

ATTENTO ALLA CIOCCOLATA, CALLAGHAN! L’incredibile caso Aulait-von Dent
di Mauro Cattivelli e Paolo Quattrocchi , di Roma

GRETA BALDUINI
“Il teatro di Ugo Betti”

Greta Balduini

Università degli studi di Milano
Facoltà di Lettere e Filosofia
Corso di Laurea in lettere Moderne

GIULIA LAZZARINI

Motivazione 
Il Centro Studi Teatrali e Letterari Ugo Betti ha deliberato all’unanimità di assegnare all’attrice Giulia Lazzarini il Premio Betti alla carriera edizione 2003 per le sue grandi doti di interprete sensibile e particolarmente preparata sul piano culturale e professionale, doti che le hanno consentito nel corso della sua carriera di affrontare con risvolti psicologici moderni sia i grandi classici, sia i testi di importanti autori contemporanei. La signora Lazzarini è stata inoltre raffinata interprete di due produzioni televisive bettiane: Corruzione al Palazzo di Giustizia (Elena) del 1966, Una bella domenica di settembre del 1984.

Giulia Lazzarini

 

Premio
Trofeo realizzato da Gino Marotta.

giuria

 

  • Presidente Renzo TIAN – docente universitario, critico teatrale, già commissario straordinario dell’Ente Teatrale Italiano (ETI);
  • Antonio AUDINO – critico teatrale del “Sole 24 Ore”;
  • Claudia CANNELLA – direttore responsabile della rivista teatrale “Hystrio”;
  • Pierfrancesco GIANNANGELI – giornalista e docente a contratto dell’Università di Macerata;
  • Marco DE MARINIS – docente di storia del teatro e dello spettacolo al Dams di Bologna;
  • Paolo PUPPA – docente di storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia;
  • Claudio VICENTINI – docente di storia del teatro e dello spettacolo all’Istituto Universitario Orientale di Napoli.