Dopo ben otto anni di silenzio l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gianluca Pasqui, dà là�incarico al prof. Pierfrancesco Giannangeli, docente, giornalista e critico teatrale, di bandire una nuova edizione del Premio. Con deliberazione della Giunta comunale n. D.G.C. n. 132 del 15/09/2015 viene approvato il bando di concorso di quella che è la XVI edizione del Premio Ugo Betti per la drammaturgia. La giuria è composta da: Marco De Marinis (presidente), Massimo Marino, Gilberto Santini e dallo stesso Giannangeli. Alla scadenza fissata dal bando per il 31 dicembre 2015 arrivano 74 testi (4 testi su 74 sono scritti a 4 man; su 78 autori 35 sono donne (44,9%) e 43 sono uomini (55,1%) e su 74 opere: 2 provengono dall’estero (Belgio e USA), 15 dalla Lombardia, 14 dal Lazio, 8 dalle Marche, 7 dalla Puglia, 6 dalla Sicilia, 5 dalla Toscana, 5 dalla Campania, 4 dall’Emilia Romagna, 3 dall’Umbria, 3 dalla Liguria, 1 dall’ Abruzzo e 1 dalla Calabria.
La cerimonia di premiazione si tiene a Camerino nel pomeriggio del 29 aprile 2016 e per l’occasione, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata, nella Sala consiliare del Palazzo comunale Bongiovanni viene organizzato un convegno: “L’autore teatrale: dalla tradizione dialettale alla scena 2.0”. Dopo i saluti del sindaco Gianluca Pasqui, Fabio Macedoni, autore, tratterà il tema: “Dal teatro dialettale al dialetto che si fa teatro”, Francesca Chiusaroli, docente dell’Università degli studi di Macerata, affronterà l’argomento: “La brevità nella lingua in diacronia” mentre Maria Laura Pierucci, docente dell’Università degli studi di Macerata parlerà di: “Il teatro nel web fra lingua standard e dialetto. Un approfondimento su #teatroinduebattute”.
All’unanimità la giuria presieduta da Marco De Marinis (e composta da Pierfrancesco Giannangeli, Massimo Marino e Gilberto Santini; oltre a Donatella Pazzelli come segretaria) assegna il premio al testo “Pioggia”, di Marco Pezza e segnala alla pari “La gabbia elastica”, di Riccardo Leonelli, e “Il ciclo dell’atropo”, di Rino Marino.
In conclusione viene proiettato un lavoro curato delle classi terze A/B della scuola primaria – plesso “Ugo Betti” di Camerino dal titolo “Ugo Betti. La poesia racconta momenti di vita e descrive il nostro territorio”.
Vincitore sezione “Drammaturgia”
PIOGGIA
di Marco Pezza
Motivazione
Pioggia è forse il solo copione quasi del tutto immune dai molti limiti che ho segnalato in precedenza e in più ci è sembrato provvisto di una certa originalità nell’impianto e nello sviluppo del soggetto. Scritto bene, in un linguaggio secco, scarno, privo di fronzoli, immune insomma dalla verbosità che affligge invece, come si diceva, molti altri copioni. Una drammaturgia d’attore o comunque per l’attore, già predisposta alla scena e forse messa a punto o comunque collaudata proprio su di essa.
Cinque operai addetti alla manutenzione delle strade, quattro italiani più Osman, un immigrato turco, in una casa cantoniera lungo una statale dell’hinterland milanese. La vicenda si svolge di notte con la pioggia che batte incessantemente dall’inizio alla fine, vera e propria, martellante colonna sonora della pièce. Ci è sembrato appunto originale, esente da debiti evidenti verso autori noti o modelli correnti, il modo in cui l’autore (un trentenne, come abbiamo scoperto dopo) tratta temi scabrosi dell’attualità: la difficile convivenza multietnica, il sempre più complicato rapporto intergenerazionale, le xenofobie e i fascismi continuamente risorgenti. Si tratta di argomenti sui quali è facile prendere una piega scontata e di maniera. Qui invece il testo trasuda una violenza sottotraccia, trattenuta anche se sempre pronta a esplodere, mentre in realtà succede poco o niente in scena (il pestaggio del neofascista non è mostrato), come in certi drammi di Pinter o, diversamente, di Koltès. E l’autore non giudica mai i suoi personaggi, tantomeno intende lanciare facili messaggi.
IL CICLO DELL’ATROPO
di Rino Marino
Motivazione
Lo segnaliamo come un notevole esercizio di stile, un copione à la manière de, che riscrive Fin de partie con esiti iperbeckettiani, non esenti ovviamente da ironia anche se non immuni da un compiaciuto virtuosismo un po’ fine a se stesso.
LA GABBIA ELASTICA
di Riccardo Leonelli
Motivazione
Lo segnaliamo per una confezione drammaturgica abilmente pluristilistica (compresi mascherate ed echi barocchi dal Siglo de oro spagnolo, ma forse anche da Kubrick) e piuttosto originale nel modo in cui tratta un tema scontato e teatralmente ingrato quale quello di poteri forti, lobby segrete e massonerie varie e del successo che dipenderebbe unicamente dal sottomettersi ad essi senza condizioni. Tuttavia il lavoro non è esente da scadimenti, soprattutto nel finale che manca sostanzialmente, e soluzioni effettistiche.
- Marco De MARINIS (presidente)
- Pierfrancesco GIANNANGELI (coordinatore del Premio)
- Massimo MARTINO
- Gilberto Santini