L’edizione XVIII del Premio Ugo Betti per la drammaturgia e il Premio Ugo Betti per i giovani 2022 sono stati organizzati dal Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti, organo istituito con la deliberazione del Consiglio comunale n. 23 del 27/05/2020 che ne ha approvato il relativo regolamento.
In seguito, con decreto del Sindaco n. 14 del 31/03/2021, sono stati nominati, quali componenti del Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti, la prof.ssa Carla Carotenuto, la prof.ssa Angela Amici e l’avv. Giuseppe De Rosa al quale, per la comprovata e documentata esperienza culturale, è affidato l’incarico di direttore tecnico-scientifico del Centro ed è stata designata la dipendente dott.ssa Donatella Pazzelli quale personale della Segreteria per lo svolgimento delle funzioni previste dall’art. 7 del regolamento stesso.
Il Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti, agisce come organo di studio, programmazione e organizzazione nell’ambito delle attività teatrali e culturali in genere, su incarico del Comune di Camerino, secondo le finalità fissate dall’art. 2 del regolamento, tra le quali è indicato: “indire e organizzare, con cadenza biennale, il Premio Ugo Betti per la drammaturgia e, nell’anno intermedio, il Premio Ugo Betti per la scuola rivolto agli studenti degli istituti di ogni ordine e grado”.
Il Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti del Comune di Camerino ha così predisposto il bando della nuova edizione del Premio Ugo Betti per i giovani e il bando del Premio Ugo Betti per la drammaturgia, entrambi approvati poi con deliberazione della Giunta comunale n. 135 del 14 settembre 2021.
Con determinazione del responsabile del settore affari generali n. 1128 del 3 novembre 2021 è stata nominata la giuria del Premio Ugo Betti per la drammaturgie e la giuria Premio Ugo Betti per i giovani.
Il bando del Premio Ugo Betti per i giovani prevedeva che gli studenti, in ambito scolastico sotto la guida dei docenti, elaborassero testi e materiali come di seguito specificato traendo ispirazione da temi bettiani individuati dalle rispettive citazioni:
- IL PAESAGGIO (Scuole primarie della provincia di Macerata – lavori di gruppo)
La si vede quasi con meraviglia, uscendo dai monti, sul cocuzzolo d’un colle eminente, isolato. Dove l’occhio s’aspetterebbe di trovare un gruppo di pecore o un ciuffo d’alberi, si vede sorgere, solitario, una specie di castello con mura molto alte e irregolari sormontate da edifici pietrosi non troppo fitti di finestre, sormontati a loro volta da absidi e torri. Niente la annuncia intorno, né borgate né orti né osterie rumorose. Terminano i campi arati, s’alzano quelle mura silenziose, con cinque porte, quasi tutte ad arco, dai grossi cardini ancora infissi.
Tratto da L’Appennino camerte, anno XIV – Numero 34 –Camerino, 25 agosto 1934 – XII
- LA MEMORIA (Scuole secondaria di I grado della provincia di Macerata – lavori di gruppo)
Là sono i giorni del passato, come
rami fiorenti, fronde
serene, margherite; e di mio padre
giovane, il viso.
Là siete, api turchine
del parato d’allora,
tavolo antico rigato di sole!
Perché m’è rivedervi
tanta festa e nel petto
spina che duole?
Tratto da Il giardino della memoria, in Ultime liriche (1938-53), Poesie, Cappelli, Rocca San Casciano 1957, p. 212, vv. 1-10.
- LA GIUSTIZIA (Scuole secondarie di II grado della provincia di Macerata – lavori individuali)
CROZ: […] Questi giudici mi hanno sempre rivoltato lo stomaco. Molti di essi sono integerrimi, dignitosi… E questi saranno longevi… Sono di legno. Quanto agli altri… accostati Cust… Essi fanno giustizia! Ah ah ah. (Ride) Cioè essi esprimono il parere che certe azioni siano giuste e altre no. Come una salsiccia è appesa a un’altra salsiccia, così questo parere è appeso a dei codici… ben rilegati… e questi codici, via via, ad altri codici e leggi e tavole… sempre più antiche. L’inconveniente mio caro […] l’inconveniente è che manca il gancio principale, l’unico originale… mancando il quale… ecco tutta la fila di salsicce per terra! […] Chi è stato a stabilire che una cosa è giusta e l’altra no? Noi sappiamo benissimo che le cose… sono quel che sono, tutte uguali.
Tratto da Corruzione al Palazzo di Giustizia, atto III, scena prima, in Teatro completo, Cappelli Editore, Rocca San Casciano 1971, p. 952.
- COLPA/PIETÀ (Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi di Macerata, Accademia di Belle Arti di Macerata – lavori individuali)
PARSC: Considerato che dunque essi soffrono, ma vogliono soffrire; soffrono quando possiedono la terra e quando la lavorano per altri; quando sono detti buoni, e quando sono detti cattivi, quando oppressero e quando si lasciarono opprimere, quando ingannarono e quando furono ingannati; soffrono, ma vogliono soffrire perché respirano, perché sono uomini, perché vogliono vivere, piangere, sperare, e spingere avanti, avanti il loro carico […].Per questi motivi, in nome di Dio, in nome della legge; noi dichiariamo che questi uomini […] pronunciarono essi stessi ogni giorno con la loro vita, con la loro pena, la giusta sentenza; trovarono essi stessi la loro certezza. E che forse dalle mani del giudice essi dovranno avere un’altra cosa, più alta: la pietà. La pietà.
Tratto da Frana allo Scalo Nord, atto III, scena terza, in Teatro completo, Cappelli Editore, Rocca San Casciano 1971, p. 232.
Alla scadenza, fissata per il 15 gennaio 2022, sono arrivati 21 lavori in totale suddivisi nella 4 categorie
- IL PAESAGGIO – 4 elaborati
- LA MEMORIA – 10 elaborati
- LA GIUSTIZIA – 6 elaborati
- COLPA/PIETÀ – 1 elaborato
La giuria, composta da Massimo Fabrizi (presidente), Paola Porfiri, Giuseppa Santancini e Paolo Verdarelli all’unanimità ha decretato i seguenti vincitori e segnalati:
Categoria
“IL PAESAGGIO” (Scuole primarie della provincia di Macerata – lavori di gruppo)
VINCITORE – “Camerino”
Classe 5 A – Scuola primaria “Salvo D’Acquisto” – I.C. “Ugo Betti” di Camerino
Elaborato multimediale in cui si apprezzano la varietà e la qualità del lavoro portato avanti dagli alunni sotto la guida dell’insegnante. Risaltano originalità e ricchezza di linguaggi artistici, da quello pittorico a quello poetico-descrittivo, che restituiscono suggestivi scorci paesaggistici e cittadini.
SEGNALATO – “Camerino meraviglia – Dentro le tue mura – Intorno a te”
Classe 4 A – Scuola primaria “Ugo Betti” – I.C. “Ugo Betti” di Camerino
Categoria
LA MEMORIA (Scuole secondaria di I grado della provincia di Macerata – lavori di gruppo)
VINCITORE – “Viuzze scoscese di quel vecchio paese”
Classe 2 A – Scuola secondaria “Giovanni Boccati” – I.C. “Ugo Betti” di Camerino
Opera in cui risalta la notevole perizia tecnico-pittorica e la commistione affascinante dei colori. Il lavoro restituisce, attraverso uno scorcio di Camerino, l’intima essenza della città ducale, caratterizzata da una fusione fra elementi antropici e naturali.
SEGNALATO – “Quando è giornata serena”
Classe 2 B – Scuola secondaria “Giovanni Boccati” – I.C. “Ugo Betti” di Camerino
SEGNALATO – “Bruma armoniosa”
Classe 2 C – Scuola secondaria “Giovanni Boccati” – I.C. “Ugo Betti” di Camerino
Categoria
LA GIUSTIZIA (Scuole secondarie di II grado della provincia di Macerata – lavori individuali)
VINCITORE – “Dikh (Giustizia)”
Giulia Carloni – Classe 2 Liceo Classico – I.I.S. “Costanza Varano” di Camerino
Testo dal sapore classico su una tematica fondamentale della poetica bettiana. L’autrice tocca, con apprezzabile proprietà versificatoria, l’eterna lotta fra bene e male, fra idealismo e realtà facendo emergere la dimensione complessa e sfuggente del concetto stesso di giustizia.
SEGNALATO – “La bilancia non pende”
Matilde Gamberoni – Classe 2 Liceo Classico – I.I.S. “Costanza Varano” di Camerino
SEGNALATO – “L’uomo che è stato punito per aver salvato il mondo”
Emma Vincenzetti – Classe 2 A Liceo Linguistico – I.I.S. “Costanza Varano” di Camerino
Categoria
COLPA/PIETÀ (Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi di Macerata, Accademia di Belle Arti di Macerata – lavori individuali)
La Giuria ha ritenuto di non assegnare il premio un quanto l’elaborato pervenuto non è conforme al tema previsto dal bando di concorso per tale categoria.
Alla cerimonia di premiazione si è tenuta il 28 maggio 2022 alle ore 10.30 nell’Auditorium Benedetto XIII e sono state invitate le classi partecipanti al concorso (oltre 170 ragazzi).
Saluti istituzionali
- Carlo Ferraccioni – sub commissario straordinario del Comune di Camerino
- Claudio Pettinari – rettore Unicam (o suo delegato)
Interventi:
Il premio
Giuseppe De Rosa, Direttore Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti
Ugo Betti
Carla Carotenuto, Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti
I temi del concorso
Angela Amici, Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti
I lavori di valutazione
Massimo Fabrizi, presidente giuria Premio Ugo Betti per i giovani
A seguire consegna delle targhe e delle pergamene a vincitori, segnalati e partecipanti con proiezione dei lavori realizzati.
In occasione del momento conclusivo del premio nazionale a lui intitolato è stata organizzata una due giorni dedicata a Ugo Betti con la collaborazione della Compagnia Teatrale Piccola Ribalta di Civitanova Marche.
Il primo appuntamento è stato i convegno “Segni. Magdalo Mussio e Ugo Betti”, il secondo la messa in scena dello spettacolo teatrale “Corruzione al Palazzo di Giustizia”, una delle più importanti opere dell’autore camerte.
Il tema trattato nel convegno, che ha avuto luogo nell’Auditorium Bocelli dell’Accademia della musica di Camerino alle ore 17 di giovedì 9 giugno 2022 (ingresso gratuito), verteva sui due intellettuali ed artisti che, pur in epoche e in generi diversi, hanno esaltato il valore della parola e del simbolo nel proprio lavoro esistenziale. Relatori sono stati il professor Pierfrancesco Giannangeli e il professore Benito Leonori (docenti presso l’Accademia Belle Arti di Macerata), l’avvocato Giuseppe De Rosa (direttore del Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti), il dottor Flavio Cipriani (direttore del Centro studi UILT) e l’architetto e scenografo Luigi Ciucci (Presidente della Compagnia Teatrale Piccola Ribalta di Civitanova Marche) che hanno avuto il compito di approfondire le figure degli artisti e di verificare se esistono tra loro dei punti di contatto. Presentatore e moderatore Antonio Sterpi, direttore artistico della Piccola Ribalta.
Venerdì 10 giugno nell’Auditorium Andrea Bocelli si è tenuta la cerimonia di premiazione della XVIII edizione del Premio Ugo Betti per la drammaturgia con la consegna dei premi al vincitore e ai segnalati.
Alfonso D’Agostino, autore di Milano, con la sua opera “Un quarto di secolo” trionfa sui 27 testi che hanno partecipato affrontando il tema di questa edizione: “Teatro e giustizia: la responsabilità, la colpa, il perdono” e che sono stati valutati dalla giuria composta da: Pierfrancesco Giannangeli, docente di Storia dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Macerata, Vincenzo Luzi, magistrato a riposo, cultore di studi letterari, Massimo Marino, saggista, storico, giornalista e critico teatrale e Marco De Marinis, presidente, già ordinario di Discipline teatrali nel Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.
Un quarto di secolo (complesso drammone in tre atti) evidenzia una scrittura quasi sempre efficace, fondata da un lato sul ritmo della narrazione – aspetto importante nel suo trasferimento sul palcoscenico – e dall’altro sull’originalità della trama.
E’ una vicenda distopica, che si svolge in un luogo e in un tempo imprecisati (e tuttavia in epoca postpandemica, dove sono i pro-vax ad essere diventati fuorilegge), capace di aprire uno squarcio livido (nonostante un sottofondo moralistico forse troppo evidente) su di un mondo governato dalla dittatura dei “cattivi”, i quali rovesciano l’etica comune per fornire solide fondamenta a uno Stato in cui il cittadino è visto come un impedimento al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal burocratico governo dei pochi e malvagi.
Quella raccontata dal dramma è una società basata su di un’economia malthusiana nella quale le risorse di qualsiasi natura, comprese quelle umane, vengono razionate con tutti i metodi illeciti possibili, a vantaggio di un’amministrazione preoccupata solo dei sordidi interessi di una ridotta nomenclatura autocratica. Un apprezzabile colpo di scena, poiché tutti i personaggi hanno comunque un passato, rovescerà i termini della questione, utilizzando accenti e atmosfere che richiamano le maggiori opere bettiane.
Segnalati il testo “Petru – Processo in città con vista mare” di Antonio Basile, autore di Bacoli (NA)
Pur con qualche schematismo, Petru ritrae Napoli, città difficile, che brucia nella camorra la sua gioventù senza prospettive.
Il testo mostra due fratelli – uno che ha scelto la scorciatoia della violenza e del sopruso criminale; l’altro studente, ma incapace di prendere posizione, di “fare l’eroe”.
I personaggi più veri, però, sono le donne: Constanta, moglie della vittima della sparatoria dei camorristi, il romeno Petru; Filomena, ex contrabbandiera e ora venditrice di banane, voce profonda di Napoli; la madre dei due fratelli.
Pur con qualche scena abbastanza scontata, il testo rivela, anche grazie all’uso della lingua napoletana, vari momenti felici teatralmente, con canzoni e momenti di gruppo che contribuiscono a rendere la polifonia di una città sospesa.
E l’opera “Per alzata di mano” di Fabio Sicari di Bergamo
Per alzata di mano, al pari del lavoro premiato fa i conti con la pandemia, colta nel momento più buio, quello dell’autunno 2020. Se tuttavia in Un quarto di secolo la pandemia costituisce solo lo sfondo per la costruzione di una complicata trama distopica, in questo testo fatto di soli dialoghi e praticamente privo di azioni e accadimenti (salvo nel finale), si decide addirittura di portare alla sbarra il Covid stesso, debitamente personificato.
Il procedimento giudiziario sarà l’occasione per una requisitoria sui problemi drammatici patiti da un mondo governato dalle forze del male, che vogliono sfruttare anche le pandemia (forse da loro stesse provocata) per i loro scopi criminali e quindi avversano la scoperta di un provvidenziale vaccino (ulteriore punto in comune con Un quarto di secolo).
Un colpo di scena alla fine porta al rovesciamento provvidenziale, tanto inverosimile drammaturgicamente quanto improbabile nella realtà, con il bene che prevale sul male e con i due soli personaggi in scena, Covid e Giudice, che si svelano come le anime (buone, appunto) di due morti a causa del terribile virus.
Il pomeriggio si è aperto con il benvenuto del Commissario straordinario della città di Camerino, Paolo De Biagi, che ha sottolineato l’attenzione di Camerino per le iniziative culturali anche in un periodo di grandi difficoltà, quindi ha preso la parola il direttore del Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti, Giuseppe De Rosa.
Carla Carotenuto, docente di letteratura italiana contemporanea all’Università di Macerata e componente del Centro studi ha parlato di “Corruzione al Palazzo di Giustizia”, dramma bettiano in serata magistralmente rappresentato nell’Auditorium Benedetto XIII dalla Compagnia Teatrale Piccola Ribalta con la regia di Antonio Sterpi.
Il M° Vincenzo Correnti, direttore artistico dell’Istituto musicale “Nelio Biondi”, ha eseguito di Nino Rota, la suite per “Spiritismo nell’antica casa”
Una stanza tappezzata di un rosa qua e là sbiadito. Si vede il principio di una scala che sale. Una pendola alla parete. Il lampadario è acceso.
I padroni di casa, cioè Enzo e sua moglie Irene, ambedue sulla sessantina, hanno finito di cenare. Si vede la seggiola vuota di un terzo commensale già uscito. La domestica Ester va e viene sparecchiando la piccola mensa. Si ode nel silenzio, da una casa vicina, un suonatore di clarino che ripete fino all’ossessione un esercizio elementare.
In conclusione la consegna del Premio alla carriera a due signore del teatro, Marzia Ubaldi e Emanuela Moschin che hanno regalato al pubblico un sublime momento di spettacolo interpretando un brano di “Delitto all’isola delle capre” di Ugo Betti.
Gastone Moschin firmò la regia di un capolavoro che debuttò al teatro “Argentina” di Roma il 16 dicembre 1992 per poi toccare i più importanti palcoscenici italiani. Nella tournée 1992-1993 Gastone Moschin interpretava il ruolo dello “straniero” Angelo, Marzia Ubaldi era Agata ed Emanuela Moschin era Silvia e oggi come allora le due attrici hanno saputo trasmettere forti emozioni.
Alle ore 21 nell’Auditorium Benedetto XIII in località Colle Paradiso è stato rappresentato dalla Compagnia Teatrale Piccola Ribalta il capolavoro di Ugo Betti “Corruzione al Palazzo di Giustizia” con la regia di Antonio Sterpi (ingresso libero e gratuito). L’adattamento e la riduzione del testo, curati dallo stesso Sterpi, hanno avuto lo scopo di concentrare l’attenzione sui personaggi più significativi, di rendere più moderno il linguaggio dell’opera e al contempo imporre un ritmo recitativo più vicino ai nostri tempi.
Nel mese di ottobre 2022 la Bulzoni editore pubblica il numero 10 della collana teatrale bettiana che è rappresentato dal testo vincitore del Premio Ugo Betti per la drammaturgia: “Un quarto di secolo” di Alfonso D’Agostino.
Nel 130esimo anniversario della nascita, la città di Camerino celebra l’illustre concittadino Ugo Betti (Camerino 1892 – Roma 1953), poeta, scrittore e giudice, definito “dopo Pirandello, il più intenso e profondo drammaturgo italiano della prima metà del Novecento”.
Grazie al contributo della Città di Camerino e con il patrocinio dell’Università di Camerino, in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini, mercoledì 30 novembre ore 21,15 all’Auditorium Benedetto XIII di Camerino va in scena l’opera “Delitto all’isola delle capre” tratto dal dramma omonimo dell’autore marchigiano, su musiche di Marco Taralli e libretto di Emilio Jona.
L’opera lirica è una nuova commissione e nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in coproduzione con il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, e debutta in prima mondiale al Teatro Pergolesi di Jesi venerdì 25 novembre ore 20,30 e domenica 27 novembre ore 16 con anteprima giovani mercoledì 23 novembre ore 16 nell’ambito della 55esima Stagione Lirica di Tradizione di Jesi.
Successivamente l’opera lirica “Delitto all’isola delle capre” sarà rappresentata a Savona.
L’iniziativa viene presentata a Camerino nella conferenza stampa del 16 novembre 2022 e a Jesi il 23 novembre 2022.
Il 29 novembre 2022, alle ore 18, nella Sala Consiliare del Comune di Camerino si svolge l’incontro: “Vi era un forestiero…” a cura di Pierfrancesco Giannangeli, docente, giornalista e consulente della Fondazione Pergolesi Spontini per la formazione del pubblico.
Il 30 novembre 2022 alle ore 21.15 l’opera lirica “Delitto all’isola delle capre” viene rappresentata all’Auditorium Benedetto XIII di Camerino. Nuova commissione e nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in coproduzione con il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, terzo titolo nel cartellone della 55esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, grazie al contributo della Città di Camerino e con il patrocinio dell’Università di Camerino, l’opera arriva a Camerino, città natale di Ugo Betti (Camerino 1892 – Roma 1953).
La direzione di “Delitto all’isola delle capre” è affidata a Marco Attura sul podio del Time Machine Ensemble, la regia è di Matteo Mazzoni, le luci di Marco Scattolini. Scene e costumi sono firmate da Josephin Capozzi, vincitrice della II edizione del Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato a iscritti e/o neodiplomati al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna e Venezia. Il concorso è una nuova modalità per valorizzare giovani creativi che possono vedere realizzato il proprio progetto scenico e hanno la possibilità di valorizzare il proprio curriculum collaborando con registi professionisti.
Il mezzosoprano Sofia Janelidze canta Agata, il soprano Yuliya Tkachenko è la figlia Silvia, il soprano Federica Vinci è la cognata Pia, Andrea Silvestrelli interpreta Angelo, Edoardo è Alessandro Fiocchetti.
Ugo Betti è drammaturgo oggi semidimenticato, eppure dopo Luigi Pirandello è certo uno tra quelli più di rilievo nel 900 italiano. I suoi temi sono insieme arcaici e attuali come quelli di una tragedia greca, mentre la sua struttura narrativa e drammatica appare immediatamente traducibile nel linguaggio dell’opera lirica.
“Delitto all’isola delle capre” è uno dei suoi capolavori, scritto nel 1948 e è stato rappresentato per la prima volta a Roma nel 1950. Il titolo dichiara fin dall’inizio il carattere dell’opera: siamo in un vero giallo, con tanto di omicidio finale. Ma è solo l’apparenza perché il tema vero del dramma è tutt’altro: è il percorso e l’intreccio delle passioni eterne degli umani.
Al centro della vicenda è un gineceo, composto da una madre dura, amara, di una bellezza un po’ sfiorita, da una figlia con tutti i turbamenti dell’adolescenza, da una cognata quarantenne, piacente e un po’ fatua, in cui irrompe un uomo, dal nome emblematico, Angelo, giovane, sicuro di sé, furbo e prepotente, maschilista e dionisiaco. Viene da lontano, dice di essere stato l’amico dell’uomo che quelle donne ha abbandonato alcuni anni prima, che è morto con molti rimpianti e che gli lasciato un messaggio e un compito, quello di tornare al posto suo tra le tre donne. Con la sua venuta, il suo introdursi nel loro mondo e nelle loro anime, in quella stanza, in quel pozzo anche simbolico, avverranno così fatti che sconvolgeranno la vita di tutti.
Il 3 dicembre 2022 nell’Aula magna dei licei si svolge un evento per ricordare i 100 anni dalla pubblicazione della raccolta di poesie “Il re pensieroso” di Ugo Betti (Fratelli Treves Editori, Milano 1922). “Il re centenario. Un secolo dalla pubblicazione de Il re pensieroso di Ugo Betti” è un’iniziativa voluta dall’Amministrazione comunale e dai dirigenti scolastici Francesco Rosati e Antonio Cappelli e vede la partecipazione delle insegnanti Angela Amici e Rita Coviello e dell’avv. Giuseppe De Rosa, già direttore tecnico-scientifico del Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti.
In questo anno è stato anche aggiornato il sito www.ugobetti.it